Data Hub e superamento della franchigia per le piccole spedizioni: verso il rinvio?

Data Hub e superamento della franchigia per le piccole spedizioni: verso il rinvio?

di Sara Armella e Tatiana Salvi

Superamento della franchigia per le importazioni di pacchi di basso valore tramite le piattaforme di e-commerce e un unico data hub doganale europeo per raccogliere e condividere le informazioni relative agli scambi internazionali: sono queste le principali novità previste dalla riforma del Codice doganale europeo, relativamente al quale però sembra difficile arrivare a un accordo entro la fine del 2025, come in precedenza annunciato dalle tre istituzioni europee, in vista dell’ultimo incontro.

Uno dei punti saldi della riforma è l’introduzione di un unico spazio doganale digitale (EU Customs Data-hub): un sistema di condivisione dei dati, che assicurerà un’analisi dei rischi più efficace, grazie al superamento della frammentazione che oggi caratterizza i separati sistemi dei singoli Stati membri.

Insieme al data hub, che potrebbe essere anticipato dal 2028 a fine 2026, la riforma prevede il superamento della franchigia per le spedizioni di valore inferiore a 150 euro, che attualmente sono esenti dai dazi doganali.

L’obiettivo del legislatore europeo è evitare che vi siano disparità di trattamento tra commercio tradizionale e piattaforme elettroniche. Un prodotto, se non inserito nell’e-commerce, sconta in Dogana un dazio, parametrato in base alla tipologia di bene importato. Per la merce di origine cinese, per esempio, le tariffe europee sono piuttosto elevate: le scarpe sportive scontano un dazio del 16,9%, una camicia di cotone o una t-shirt pagano un dazio del 12%, così come i cappotti sintetici e le tute sportive di cotone. Per un maglione in mista lana, invece, il dazio è del 10,5%.

Attualmente, le piattaforme di e-commerce, grazie alla franchigia che consente di evitare il dazio per le spedizioni di valore inferiore a 150 euro, possono importare tutti questi prodotti a dazio zero. Secondo l’Unione europea, questo meccanismo porta a una competizione sleale delle grandi piattaforme rispetto ai modelli di business tradizionali.

Per questo, il Consiglio Ecofin aveva annunciato di voler anticipare al 2026 l’abolizione del de minimis, valutando di introdurre una riscossione semplificata, in attesa dell’avvio del Data Hub. Nelle ultime ore, però, sono emersi una serie di problemi tecnici che rendono difficile l’accelerazione del processo. Senza il data hub europeo, infatti, i sistemi informatici dei 27 Paesi non sono ancora in grado di elaborare l’enorme quantità di dati aggiuntivi derivanti dall’abolizione dell’esenzione de minimis. È quindi possibile che questa misura sia differita a novembre 2026.

L’aumento delle spedizioni di merci di basso valore sta mettendo sotto pressione le autorità doganali, che non sono preparate ad affrontare il notevole volume di merci e dichiarazioni che ogni giorno vengono presentate alla frontiera. L’e-commerce occupa, da solo, più del 50% delle importazioni e secondo il Consiglio, più del 65% dei piccoli pacchi importati sono sottovalutati per non pagare i dazi doganali.

Con l’eliminazione della soglia del de minimis, tutte le merci importate nell’Unione europea dovranno scontare un dazio doganale. Con tale misura, il Consiglio mira a evitare la concorrenza sleale a danno delle aziende europee, assicurando anche il rispetto delle normative ambientali.

Accanto all’abolizione della franchigia, c’è anche la proposta di introdurre una nuova tassa sulle spedizioni di valore inferiore ai 150 euro. Si tratterebbe di una soluzione temporanea, in attesa che il data hub doganale diventi operativo. Il 26 novembre, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione, sostenendo la proposta di una tassa di gestione valida in tutta Europa per le merci di basso valore. Alcuni Paesi hanno deciso di anticipare l’introduzione di una tassa nazionale: la Romania, per esempio, ha già previsto un’imposta di 5 euro, mentre Belgio, Francia e Italia stanno valutando di adottare uno strumento analogo.

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