CBAM e regolamentazione delle emissioni: confermata la semplificazione UE

CBAM e regolamentazione delle emissioni: confermata la semplificazione UE

di Sara Armella e Stella Ferrante

Il 22 maggio 2025, il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura alcuni emendamenti tecnici alla proposta di semplificazione del CBAM presentata dalla Commissione europea.

I deputati hanno adottato esclusivamente chiarimenti tecnici, confermando, tuttavia, il loro sostegno alla nuova soglia minima proposta dalla Commissione, pari a 50 tonnellate annue, al di sotto della quale le imprese sarebbero esentate dal rispetto degli obblighi CBAM. Tale soglia andrebbe a sostituire criterio “de minimis”, che esonerava dagli obblighi dichiarativi le singole spedizioni di valore inferiore a 150 euro. Si stima che il nuovo accordo potrebbe esentare circa il 90% degli importatori (in gran parte piccole medie imprese e privati), continuando a garantire che oltre il 99% delle emissioni associate alle importazioni rimanga soggetto alla regolamentazione, salvaguardando così l’integrità ambientale del meccanismo.

È attesa ora anche l’approvazione del Consiglio Affari Generali dell’UE, prevista per il prossimo 27 maggio, per giungere alla versione definitiva della normativa.

Fondamentale anche il rinvio al 2027 per l’acquisto dei certificati CBAM, che i soggetti obbligati dovranno acquistare per compensare le emissioni dei beni importati. L’obbligo entrerà comunque in vigore nel 2026, ma con una finestra di adattamento più ampia per le imprese.

La proposta di regolamento approvata in prima lettura dal Parlamento UE prevede anche semplificazioni operative, facilitando il processo di autorizzazione per i dichiaranti CBAM, migliorando la metodologia per il calcolo delle emissioni incorporate nei prodotti importati e alleggerita la gestione della responsabilità finanziaria.

Rafforzate, inoltre, le disposizioni anti-abuso per evitare elusioni del sistema: la proposta iniziale di aumentare ulteriormente la soglia a 110 tonnellate è stata infatti respinta.

Con questo strumento, l’UE intende allineare il prezzo del carbonio pagato dai produttori interni – soggetti al sistema ETS (Emission Trading System) – con quello applicato ai beni importati, contrastando così la concorrenza sleale da parte di Paesi con regolamentazioni ambientali meno stringenti. Si tratta del primo meccanismo al mondo di questo tipo, che inizialmente coprirà settori ad alta intensità carbonica come acciaio, cemento, alluminio e fertilizzanti.

La Commissione ha precisato che le esenzioni previste non comprometteranno l’efficacia ambientale complessiva, poiché i soggetti esclusi contribuiscono solo all’1% delle emissioni complessive monitorate dal CBAM. Nel 2026 sarà valutata la possibilità di estendere il meccanismo ad altri settori ETS ad alto rischio di rilocalizzazione.

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