Legge di bilancio 2026, nuova tassa sui pacchi sotto 150€

Legge di bilancio 2026, nuova tassa sui pacchi sotto 150€

di Sara Armella

Con la Legge di bilancio per il 2026 è in arrivo una nuova handling fee di due euro sui pacchi di basso valore importati dalla Cina e da altri Paesi extra-UE. Una nuova tassa che si applicherà a tutte le spedizioni inferiori a 150 euro, colpendo soprattutto l’e-commerce e le grandi piattaforme.

La manovra parla di un vero e proprio contributo per la copertura delle spese amministrative legate agli adempimenti doganali per le spedizioni di modico valore provenienti da Paesi terzi. Il contributo, pari a 2 euro per ciascuna spedizione, sarà riscosso dalle dogane all’atto dell’importazione definitiva delle merci.

Secondo il Codacons, questa misura peserà sui consumatori europei per 9,2 miliardi di euro l’anno, a meno che le piattaforme non riescano ad assorbirne i costi.

L’obiettivo è contrastare il fast-fashion, cercando di rispondere alle crescenti necessità di gestione delle importazioni a basso costo e di superare le disparità di trattamento tra commercio tradizionale e piattaforme elettroniche. L’aumento delle spedizioni e-commerce sta mettendo sotto pressione le aziende italiane che si trovano a far fronte a una crescente concorrenza da parte delle grandi piattaforme e-commerce. Ma a essere coinvolte sono anche le autorità doganali, chiamate ad affrontare il notevole volume di merci e dichiarazioni che ogni giorno vengono presentate alla frontiera. I numeri sono impressionanti: nel 2024 sono state 4,6 miliardi le piccole spedizioni verso l’Unione europea, di cui il 91% dalla Cina. Secondo le stime del Consiglio, più del 50% delle importazioni in tutta Europa coinvolge spedizioni di basso valore che sono esenti dai dazi doganali. In Italia, nel 2024 le dichiarazioni doganali per pacchi di valore inferiore a 150 euro sono aumentate del 61,5%, passando da 54,2 milioni a 87,5 milioni. Altro aspetto da considerare è il rischio di evasione: in Europa più del 65% dei piccoli pacchi importati è sottovalutato per non pagare i dazi doganali.

La misura promossa dalla legge di bilancio segue l’annuncio del Consiglio Ecofin di voler anticipare al 2026 l’abolizione della soglia de minimis, che prevede l’esenzione dai dazi per le spedizioni di valore inferiore a 150 euro.

Occorre considerare, infatti, che anche l’Unione europea sta valutando di introdurre una commissione di gestione sui pacchi importati dalla Cina e da altri Paesi terzi. La Commissione ha già proposto di introdurre una tassa valida in tutta Europa per le merci di basso valore, con l’obiettivo di compensare i crescenti costi sostenuti dalle autorità doganali per supervisionare il flusso di pacchi low cost. La proposta punta a introdurre una fee di 2 euro per le spedizioni dirette ai consumatori (B2C) e di 50 centesimi per i pacchi inviati ai magazzini europei (B2B). Questa tassa di gestione dovrebbe entrare in vigore nel novembre 2026. Resta da capire, pertanto, se la misura proposta dalla Legge di bilancio potrà conciliarsi con la nuova fee europea.

Va evidenziato, inoltre, che l’Italia non è l’unico Paese ad aver deciso di anticipare le mosse dell’Unione europea, adottando una fee nazionale: la Romania, per esempio, ha già previsto un’imposta di 5 euro, mentre Belgio, Francia e Paesi Bassi stanno pensando di introdurre uno strumento analogo.

Anche in altri Paesi del mondo è prevista una tassa sull’e-commerce. Il Brasile, per esempio, applica una tassa del 20% per gli acquisti online sotto i 50 dollari, mentre i beni tra i 50 e i 3000 dollari hanno un’aliquota del 60%. Anche gli Stati Uniti hanno sospeso l’esenzione “de minimis” per le esportazioni dirette verso gli USA, che consentiva l’ingresso duty free per le spedizioni di valore inferiore a 800 dollari.

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