Dazi sospesi, beni ancora colpiti
Su import Usa tariffe aggiuntive del 10% e aliquote del 25%
L’Unione europea ha sospeso per 90 giorni l’applicazione dei dazi addizionali ritorsivi che avrebbero dovuto colpire una serie di prodotti originari degli Stati Uniti, per un valore di 21 miliardi di euro. La decisione dei vertici UE è arrivata subito dopo l’annuncio del Presidente Trump sulla pausa di 90 giorni per le misure reciproche ad valorem del 20%. Continuano, invece, ad applicarsi le tariffe addizionali del 10%, che si aggiungono alle aliquote già normalmente previste per l’ingresso in USA di tutti i beni europei, oltre a quelle sostitutive del 25% per automobili e componenti, acciaio, alluminio e derivati. L’Unione europea è pronta a negoziare: l’obiettivo è quello di arrivare a un accordo “zero a zero”, limitando il più possibile l’impatto e le conseguenze dei rincari nell’interscambio.
Dazi sospesi ma ancora prodotti colpiti. L’Unione europea ha messo un freno alle misure ritorsive, originariamente programmate per il prossimo 15 aprile, sospendendo di 90 giorni l’entrata in vigore del regolamento approvato la settimana scorsa dai 27 Stati membri, con eccezione della sola Ungheria. Sul versante statunitense, il Presidente Trump ha annunciato la sospensione di 90 giorni delle sole tariffe reciproche maggiorate, previste nella misura addizionale del 20% per l’Unione europea. Operatori e imprese restano comunque soggetti a oneri aggiuntivi del 10% su tutte le importazioni di prodotti negli USA. Fondamentale chiarire che tali misure non si sostituiscono, ma si sommano a quelle normalmente previste nell’interscambio. Restano in vigore, altresì, le aliquote tariffarie del 25% sulle importazioni europee di automobili, acciaio, alluminio e derivati, che, al contrario dei dazi reciproci del 10%, si sostituiscono integralmente ai normati diritti di confine già in vigore. Rimane esclusa dal provvedimento di sospensione soltanto la Cina, che resta la nazione attualmente più colpita dai dazi statunitensi: se fino al 9 aprile subiva un’imposizione fino al 103%, dopo la decisione di mercoledì scorso deve fare i conti con tariffe ancora più alte, pari al 125%.
Occorre una risposta proporzionata e graduale. La decisione di Bruxelles è arrivata poche ore dopo l’approvazione di un regolamento che avrebbe reintrodotto, già da metà aprile, le misure ritorsive europee in risposta ai dazi su acciaio e alluminio di febbraio 2025. La Commissione si era riunita il 10 aprile, per valutare il possibile stop reciproco o una riduzione delle barriere commerciali. La scelta è stata quella di sospendere per 90 giorni il pacchetto di contro dazi approvato dai 27 Stati membri, esclusa l’Ungheria, che avrebbe dovuto colpire numerosi prodotti originari degli Stati Uniti. Il regolamento si compone di quattro macrocategorie merceologiche, tutte soggette ad aliquote daziarie che variano dal 10 al 25%. Una prima tornata di contromisure sarebbe dovuta entrare in vigore dal 15 aprile, reintroducendo le misure protezionistiche che l’UE aveva già preso in considerazione nel 2018, nel corso della prima Amministrazione Trump. I corn flakes, le motociclette, i jeans, le t-shirt, i prodotti di bellezza e quelli per la cura del corpo, sono tra le merci che l’Unione europea ha deciso di colpire in via prioritaria. Bruxelles ha però dovuto fare i conti con la sospensione delle tariffe reciproche annunciata mercoledì scorso dal Presidente Trump. La decisione della Casa Bianca lascia ampio spazio ai negoziati, che potrebbero portare all’abbassamento o all’annullamento delle barriere commerciali imposte dagli Stati Uniti.
L’impatto dei dazi UE sul mercato americano. Se le contromisure UE dovessero entrare definitivamente in vigore, il mercato americano risentirebbe un forte innalzamento dei prezzi su molti dei suoi prodotti. Una motocicletta Harley Davidson, che generalmente è venduta in Europa a poco meno di 16 mila euro, arriverebbe a costare fino a 50 mila euro. Un paio di jeans, invece, subirebbe un rincaro di almeno 30 euro in più rispetto ai prezzi previsti in normali condizioni di mercato. Tutti questi prodotti sono, infatti, colpiti con dazi addizionali del 25% da parte dell’UE. Eccezione fatta per gli autoveicoli: brand famosi di utilitarie e automobili statunitensi sarebbero soggetti a un’aliquota del 10%, nonostante le tariffe USA del 25% sul settore automotive europeo.
La seconda fase di contro misure UE. Una seconda tornata di dazi UE sarebbe dovuta entrare in vigore il prossimo 16 maggio: con ben due allegati al regolamento approvato la settimana scorsa, la Commissione europea aveva deciso di colpire moltissimi prodotti originari degli Stati Uniti. Si tratta di due lunghi elenchi, che contengono la quasi totalità di prodotti statunitensi e che comprendono categorie merceologiche come rame, tubi e aste di perforazione, flange, porte, finestre, accessori da saldatura, parti ed elementi di tubi, piloni, serbatoi, cisterne e vasche, ma anche chiodi, rampini, viti, bulloni e coltelli. Ma nel mirino dell’Unione europea sono presenti anche prodotti e materiali in plastica, come silicone, pvc, prodotti per la pulizia, saponi, vasche da bagno, docce e lavandini.
Colpito anche il settore dell’agrifood statunitense, con una serie di misure commerciali, tutte nella misura del 25%, su carni, pollame, pomodori, agrumi, frutta, caffè, thè, cereali, salsicce, salami, ortaggi e legumi. Whiskey bourbon e latticini rimangono, invece, esclusi dalle liste ritorsive europee. Diversi Stati membri, tra cui Italia e Francia, avevamo mostrato la propria preoccupazione alla reintroduzione di barriere tariffarie su queste tipologie di prodotti. In un primo momento, infatti, il Presidente Trump aveva minacciato l’introduzione di diritti doganali pari al 200% su alcolici e vini europei, nel caso in cui la Commissione avesse deciso di attaccare nuovamente il settore degli alcolici statunitensi.
Dazi anche a partire dal 1° dicembre. L’ultimo gruppo di prodotti riguarda soltanto due categorie merceologiche: i semi di soia e le mandorle. Peculiare era l’entrata in vigore di tali ultime misure, che avrebbero dovuto applicarsi a partire dal 1° dicembre 2025. La scelta di differire e scandire la portata di queste tariffe ritorsive lascia aperte le porte anche a futuri negoziati e trattative con l’Amministrazione americana.
Le contromisure Ue (in stand-by) | |||
Allegato | Data di entrata in vigore | Categorie di prodotti | Aliquota dazio |
Allegato I | 15 aprile 2025 | Agroalimentare (granturco, fagioli, riso, cereali), tabacchi, sigarette, cosmetici (ciprie, lacche), articoli in carta (tovaglie, fazzoletti), abbigliamento (jeans, pantaloni da lavoro), calzature | 10% – 25% |
Allegato II | 16 maggio 2025 | Semilavorati e articoli siderurgici (tubi, rotaie, aste, flange, chiodi, viti) | 25% |
Allegato III | Da definire (in risposta a misure USA del 2025) | Agroalimentare (carni, uova, pomodori, agrumi, caffè, tè, cereali) | 25% |
Allegato IV | 1° dicembre 2025 | Mandorle e semi di soia | 25% |