Consulta: sproporzionato il meccanismo che fissa l’onere fiscale minimo per le sigarette
di Sara Armella e Stefano Comisi
Prezzo delle sigarette da rivedere: la Corte Costituzionale ha dichiarato che il meccanismo che fissa l’onere fiscale minimo (OFM) è sproporzionato, perché restringe in modo eccessivo e non giustificato la libertà di determinazione dei prezzi (sentenza 9/12/2025, n. 183). Restano, tuttavia, valide le norme previste dal Testo unico accise, in attesa che il Legislatore intervenga per modificare questa misura.
La vicenda trae origine dai ricorsi promossi da alcune società operanti nel settore delle sigarette, che contestavano lo strumento con cui lo Stato determina l’onere fiscale minimo (OFM) applicabile alla vendita di tabacchi lavorati.
Tale onere è definito dall’art. 39-octies del Testo unico accise come livello minimo di imposizione fiscale complessiva che grava su ciascun pacchetto di sigarette. L’OFM è calcolato con riferimento al prezzo medio ponderato di vendita (PMP), con la conseguenza che se il prezzo effettivo di vendita di un prodotto comporta un prelievo fiscale inferiore, l’accisa è integrata fino a raggiungere l’OFM.
La Corte Costituzionale ha riconosciuto che tale sistema penalizza il commercio di sigarette a prezzo contenuto, ossia quelle di “fascia bassa”, comprimendo la capacità dei produttori di stabilire liberamente i prezzi (Direttiva 2011/64/UE). L’obiettivo di questo istituto, infatti, è quello di salvaguardare la salute, evitando che prezzi troppo bassi favoriscano il consumo, soprattutto nelle fasce della popolazione più esposta, come i giovani.
Ma secondo la Corte Costituzionale, il meccanismo attuale porta a un’evidente sproporzione, limitando in modo eccessivo e ingiustificato la libertà dei produttori di fissare i prezzi.
Il sistema vigente risulta pertanto strutturalmente problematico, perché comprime la libertà economica, senza bilanciare gli obiettivi di tutela della salute e di concorrenza.
Pur riconoscendo tale criticità, la Consulta ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal TAR, sottolineando che la revisione della norma spetta al legislatore e non al giudice costituzionale. La Corte ha, pertanto, invitato il legislatore a intervenire per rendere l’OFM coerente con i principi di proporzionalità e libertà di determinazione dei prezzi.
La soluzione potrebbe essere nell’attuale disegno della Legge di Bilancio per il 2026, che propone di tornare a determinare l’OFM in misura numerica, sulla base del quantitativo di un kg convenzionale di sigarette. In alternativa, si potrebbe ridurre in modo significativo l’aliquota OFM.