Storico accordo di libero scambio tra UE e Mercosur: pubblicato il testo finale
di Sara Armella e Serena Adamo
Dopo decenni di trattative, il 3 settembre 2025 la Commissione europea ha presentato il testo finale dello storico accordo di libero scambio tra UE e Mercosur (Eu – Mercosur Partnership Agreement, EMPA).
Tale accordo creerà un’opportunità di esportazione per le imprese italiane e contribuirà alla crescita economica e competitiva, oltre a consolidare le catene del valore e ampliare la gamma di fonti affidabili per le merci sottoposte a restrizioni europee. Obiettivo dell’intesa non è solo rafforzare gli scambi economici, bensì promuoverà l’interesse e i valori dell’UE, impegnandosi a favorire i diritti umano, la pace e la sicurezza internazionale.
Dopo 25 anni di trattative e circa 40 round negoziali, l’accordo tra UE e Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) crea il mercato integrato più grande al mondo, che riunisce oltre 750 milioni di consumatori, quasi un decimo della popolazione mondiale, le cui economie rappresentano complessivamente il 20% del PIL globale e il 25% del commercio mondiale.
L’accordo contiene più di 20 capitoli che spaziano dal commercio di beni e servizi, alle regole di origine, alle semplificazioni doganali e amministrative, agli strumenti di difesa commerciale, fino alle misure sanitarie, allo sviluppo sostenibile e alla tutela dell’ambiente e dei diritti umani, in particolare dei lavoratori. Di particolare rilievo sono le disposizioni sugli appalti pubblici, che liberalizzano l’accesso per beni e servizi sia a livello federale che sub-federale. L’intesa, inoltre, contiene meccanismi di correzione di eventuali distorsioni di mercato e prevede disposizioni in materia di proprietà intellettuale.
La proposta si compone di due testi separati, presentati come strumenti giuridici paralleli, e comprende l’accordo di partenariato UE-Mercosur (EMPA), che ha un pilastro economico e di cooperazione e un pilastro commerciale, e l’accordo commerciale interinale (ITA), che riguarda esclusivamente le questioni commerciali di competenza dell’UE. L’ITA entrerà pienamente in vigore solo dopo la firma e l’approvazione del Consiglio a maggioranza qualificata, previa ratifica del Parlamento europeo, mentre l’EMPA dovrà essere ratificato da tutti gli Stati membri prima di poter entrare in vigore.
Prodotti agroalimentari
Particolarmente rilevante è il capitolo dedicato al commercio agroalimentare, secondo il quale Mercosur eliminerà il 93% dei dazi sui prodotti europei, ancora molto elevati per vini (20-35%) e bevande analcoliche (fino a 35%), pasticcini e biscotti (18%) e pesche sciroppate (55%), che rappresentano circa il 95% dell’export dell’Unione nel settore. In risposta, l’UE sopprimerà l’82% delle tariffe applicate alle importazioni provenienti dal blocco sudamericano. Ciò permetterà un risparmio stimato in circa 4 miliardi di euro di dazi l’anno per l’Europa, di gran lunga superiore alle stime effettuate per gli accordi stipulati tra l’Ue e la Corea (1,5 miliardi di euro), Giappone (1 miliardi di euro) o Canada (600 milioni).
IG e standard sanitari e fitosanitari
Si prevede che le esportazioni agroalimentari italiane ed europee verso il Mercosur aumenteranno del 50% rafforzando prodotti tradizionali e di alta qualità dell’UE come il prosciutto di Parma, il parmigiano reggiano e il prosecco. Tali prodotti iconici del Made in Italy sono protetti da uno status speciale denominato “Indicazioni geografiche” (IG) che garantisce l’autenticità e vieta i prodotti contraffatti. L’accordo riconoscerà 334 IG all’Unione europea, solo all’’Italia saranno riconosciute 57 IG.
La Commissione ha sottolineato che l’accordo UE-Mercosur non modifica i requisiti e standard sanitari e fitosanitari dell’UE, che continueranno ad applicarsi a tutti i prodotti presenti sul mercato europeo. A riguardo, il 29 luglio 2025, l’ambasciatore brasiliano, Mosca De Souza, ha confermato che il Brasile rispetta gli standard europei.
Beni industriali, auto, abbigliamento e farmaci
L’accordo prevede il quasi totale azzeramento dei dazi, attualmente elevati e l’abbattimento di barriere commerciali, come norme e regolamenti poco chiari o procedure onerose, rendendo più facile per i produttori europei esportare verso il Mercosur. Tra i prodotti soggetti a un dazio più alto figurano le auto (35%), i macchinari (14-20%), l’abbigliamento (35%), ma anche prodotti chimici (fino al 18%) e farmaceutici (14%).
Più dell’81% degli scambi tra UE e Mercosur, infatti, riguarda beni industriali, che rappresentano il 94% dell’export italiano verso l’area.
Materie prime critiche
Tale accordo potrebbe rivelarsi strategico anche per contribuire a ridurre il fabbisogno europeo di materie prime critiche, ossia risorse essenziali e scarse necessarie per l’industria e la tecnologia, considerando che i Paesi del Mercosur sono tra i maggiori produttori e trasformatori a livello mondiale. Il Brasile, per esempio è leader assoluto nella filiera del niobio, processandone l’88% a livello globale e coprendo da solo l’82% del fabbisogno dell’UE. Sempre dal Brasile l’Unione importa anche il 16% del tantalio, il 12% della bauxite, il 13% della grafite naturale e il 9% del silicio metallico. Anche l’Argentina gioca un ruolo chiave, producendo l’11% del litio globale e garantendo circa il 6% della domanda europea, un contributo destinato a crescere nei prossimi anni con l’aumento della produzione di batterie per veicoli elettrici e sistemi di accumulo energetico.
Altri effetti per le imprese italiane
Oltre a detenere il primato nell’agrifood, l’Italia si conferma al secondo posto tra gli esportatori verso il Mercosur di macchinari e prodotti elettrici, che nel 2024 hanno rappresentato il 43% delle esportazioni per un valore di 3,1 miliardi di euro, insieme a veicoli e altri mezzi di trasporto. Il nostro Paese è inoltre terzo fornitore per plastica e gomma, strumenti ottici, medici e di precisione, e quarto per prodotti chimici e farmaceutici.
Il ruolo di primo piano dell’Italia apre a scenari di crescita significativi. Solo nei primi sei mesi del 2025 gli scambi commerciali tra Italia e Brasile sono aumentati dell’11%. A sottolinearlo è stato l’ambasciatore del Brasile, Mosca De Souza, nel corso di un’audizione parlamentare lo scorso 29 luglio.
Si stima che le esportazioni di beni e servizi europei potrebbero aumentare fino al 39%, con una crescita pari a circa 49 miliardi di euro l’anno, e l’Italia risulterebbe essere lo Stato membro a trarne maggior beneficio con una quota del 14%, approssimativamente 3 miliardi di euro.
Misure non tariffarie
Oltre alla progressiva eliminazione dei dazi per cui l’Italia si impegna ad azzerarli entro 10 anni, grande attenzione è riservata alla tutela dei diritti dei lavoratori e alla sostenibilità ambientale, impegnando entrambe le parti a non ridurre gli standard esistenti e a rispettare i diritti fondamentali del lavoro definiti dall’OIL, inclusi non discriminazione, libertà di associazione, diritto alla contrattazione collettiva ed eliminazione del lavoro minorile e forzato. Prevede, inoltre, impegni su pesca sostenibile, gestione delle foreste e attuazione della Convenzione quadro ONU e dell’Accordo di Parigi. Gli obblighi saranno monitorati tramite un meccanismo vincolante con revisione indipendente e partecipazione della società civile, garantendo efficacia e trasparenza.