Misure da adottare per ridurre l’impatto dei dazi sul settore automobilistico

Misure da adottare per ridurre l’impatto dei dazi sul settore automobilistico

di Sara Armella e Tatiana Salvi

Il settore automobilistico è stato fortemente colpito dalla nuova politica daziaria statunitense. A partire dal 3 aprile 2025, le auto importate negli USA sono soggette a un dazio aggiuntivo del 25%, esteso dal 3 maggio anche alle parti di ricambio. Questi dazi, inizialmente cumulabili con quelli già in vigore su acciaio e alluminio, sono stati poi esclusi da tale sovrapposizione grazie a un ordine esecutivo del 29 aprile, con cui il Presidente Trump ha stabilito che le tariffe imposte al comparto automotive non si sommano a quelle previste da altri provvedimenti.

È prevista un’esenzione per le auto realizzate in Canada e Messico, in virtù dell’accordo USMCA. Gli esportatori canadesi e messicani possono ottenere uno sconto sulle tariffe pari al valore della componentistica interamente ottenuta negli Stati Uniti, presentando la documentazione che identifica la quantità di prodotto “statunitense” presente. Per esempio, per un’auto canadese dal valore 10.000, con componenti USA per 3.000, il dazio va calcolato sui restanti 7.000.

Dal 3 maggio entrano in vigore i nuovi dazi USA sulle parti di automobili. Il Presidente Trump ha introdotto un meccanismo di compensazione che consente alle case automobilistiche di ottenere un rimborso parziale dei dazi, a condizione che i veicoli siano assemblati negli Stati Uniti.

L’obiettivo, annunciato dalla Casa Bianca il 29 aprile, è agevolare le imprese che assemblano negli USA, incentivando il re-shoring del settore componenti.

Il meccanismo riapre il mercato anche alle aziende europee che esportano componenti. Se un’azienda UE esporta verso gli USA, l’importatore paga il dazio del 25%, ma la casa automobilistica americana può recuperare l’importo attraverso la compensazione. Di conseguenza, il prezzo applicato dalle imprese europee resta competitivo. Diventa però indispensabile una due diligence sul prodotto e sulla filiera.

Il sistema di compensazione sarà applicato in due fasi temporali.

Nella prima fase, relativa ai veicoli assemblati negli Stati Uniti tra il 3 aprile 2025 e il 30 aprile 2026, le case automobilistiche possono ottenere un rimborso pari al 3,75% del prezzo di listino consigliato (MSRP). Se l’azienda utilizza fino al 15% di componenti importate, può recuperare interamente il dazio del 25%. In caso di una quota superiore, la compensazione si applica comunque solo sul 15%. Ad esempio, per un’auto composta per metà da parti USA e per metà da parti estere, la compensazione coprirà solo il 15%, mentre il dazio resterà dovuto sul restante 35%.

Nella seconda fase, dal 1° maggio 2026 al 30 aprile 2027, la percentuale di compensazione scenderà. I produttori potranno utilizzare un credito d’imposta pari al 2,5% per compensare gli oneri sulla componentistica.

Se il credito supera i dazi effettivamente pagati, l’eccedenza non potrà essere utilizzata per altre obbligazioni doganali.

Le aziende interessate dovranno presentare domanda alle Autorità USA, fornendo: piani di produzione, elenco degli stabilimenti, dati sui componenti importati, stima dei costi dei dazi e lista di importatori autorizzati a utilizzare l’importo in compensazione.

La gestione dei rimborsi è affidata al CBP (Customs and Border Protection).

Trump ha inoltre chiarito che i produttori che usano componenti conformi all’accordo USMCA potranno essere esentati dai dazi, rafforzando il vantaggio per chi localizza la produzione in Nord America.

Con l’ordine esecutivo del 29 aprile 2025, la Casa Bianca ha fornito chiarimenti sull’applicazione dei dazi auto e componentistica, colpiti rispettivamente dal 3 aprile e 3 maggio con una tariffa del 25%.

Trump ha precisato che i dazi imposti al settore automotive non si sommano a quelli previsti per acciaio e alluminio. Questa misura evita che auto e componenti siano gravati da più tariffe contemporaneamente. Ad esempio, senza tale chiarimento, l’importazione di un veicolo o di una parte contenente metalli stranieri sarebbe stata soggetta sia al dazio del 25% sull’automotive sia a quelli su acciaio e alluminio. L’ordine esecutivo stabilisce invece che, se un veicolo è già colpito dal dazio del 25%, non si applicano ulteriori tariffe sui metalli contenuti.

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