In arrivo il nuovo Codice doganale dell’Unione
Boom di e-commerce: l’Europa risponde accelerando la riforma doganale
Dal Parlamento europeo il primo via libera alla riforma che risolverà i problemi delle Dogane europee
di Sara Armella e Tatiana Salvi
Via libera dal Parlamento europeo all’introduzione di un nuovo Codice doganale dell’Unione. Una riforma destinata a cambiare il volto delle Dogane europee, con l’obiettivo di dare una risposta a tutte le principali problematiche che interessano il commercio internazionale: dal boom di operazioni e-commerce che impegnano sempre più le Autorità doganali al mancato allineamento delle Dogane europee nei controlli doganali. La proposta di revisione del Codice doganale europeo introdurrà alcune novità di grande impatto per il commercio internazionale: dall’Autorità doganale europea all’Intelligenza artificiale nei controlli, fino alla creazione dell’EU Customs Data Hub, un sistema digitale centralizzato che promette di snellire le procedure e contrastare più efficacemente le frodi.
Il boom di operazioni e-commerce mette a rischio i controlli doganali. Il commercio elettronico ha registrato una crescita esponenziale negli ultimi anni, introducendo nuove sfide per il sistema doganale unionale. Nel 2024 sono stati importati 4,6 miliardi di articoli di basso valore (il doppio rispetto al 2023). Circa il 91% di tali merci proviene dalla Cina, con un impatto notevole sulle entrate doganali e sui controlli. Impegnare le Dogane europee su una mole così elevata di operazioni e-commerce, rischia di distogliere l’attenzione da operazioni doganali più “a rischio”.
La soluzione arriverà con la riforma del Codice doganale UE, su cui il Parlamento europeo ha reso un primo parere favorevole il 27 febbraio scorso, che introdurrà un nuovo sistema di dichiarazioni doganali per il commercio online.
La parola d’ordine è semplificazione. Per coloro che vi vorranno accedere, è previsto un trattamento tariffario semplificato dato dalla combinazione di tre elementi: una semplificazione nella classificazione doganale, la possibilità di non provare l’origine delle merci e l’inclusione nel valore in dogana delle spese di trasporto, fino al luogo di introduzione nel territorio UE.
Stop alla franchigia di 150 euro: giro di vite sull’e-commerce. Un’altra criticità è legata all’applicazione della franchigia dal pagamento dei dazi doganali per tutte le dichiarazioni al di sotto dei 150 euro di valore. È stato rilevato, infatti, che più del 60% dei pacchi presentati con dichiarazioni di modico valore sono sottovalutati per non pagare i dazi doganali, con conseguente danno all’erario unionale.
Il progetto di riforma del Cdu risponde anche a questo problema. Tra le novità più significative si segnala, infatti, l’abolizione della franchigia di 150 euro, che finora esentava dai dazi un’ampia gamma di acquisti online. La misura è volta a garantire parità di trattamento con i canali di vendita tradizionali e a contrastare l’evasione, in particolare nel settore dell’abbigliamento, dove l’aliquota media è intorno al 12%.
L’Unione europea punta anche ad assicurare una maggiore responsabilizzazione delle piattaforme e dei mercati online. In particolare, entro il 17 febbraio 2025 i negozi online, che esportano verso l’UE prodotti e-commerce, dovranno adottare tutte le misure necessarie per raccogliere e verificare le informazioni sugli operatori che vendono attraverso le loro piattaforme, in conformità con la legge sui servizi digitali (DSA).
Decisioni più rapide e nuove scadenze per l’EU Customs Data Hub. Altro nodo centrale della riforma del Cdu riguarda la riduzione dei tempi di risposta alle istanze degli operatori. Il Parlamento europeo propone di ridurre da 120 a 90 giorni il termine concesso all’Autorità doganale per adottare decisioni, risparmiando tempo prezioso e semplificando l’attività di imprese e rappresentanti doganali.
Parallelamente, si accelera l’implementazione dell’EU Customs Data Hub, il sistema di analisi e di elaborazione dei dati che sarà condiviso da tutte le Dogane europee: il Parlamento chiede di anticipare a gennaio 2029 il suo avvio (inizialmente previsto per il 2032) e di renderlo obbligatorio entro il 31 dicembre 2032.
La figura del Trust & Check Trader. La riforma prevede l’introduzione di una nuova figura di operatore doganale, prevedendo un’evoluzione dello status di operatore economico autorizzato AEO con i Trust & Check Traders. Questi soggetti, ritenuti altamente affidabili, potranno importare merci senza dover presentare una dichiarazione doganale per ogni spedizione, pagando i dazi a cadenza periodica e verificando in autonomia la conformità dei propri prodotti.
Secondo le stime della Commissione, oltre l’80% dei traffici commerciali internazionali potrebbe essere ricondotto a questa nuova figura. Il Parlamento UE, inoltre, propone che la certificazione venga rilasciata direttamente dall’Autorità doganale europea, con l’ausilio di un audit preliminare condotto dallo Stato membro in cui è stabilito l’operatore.
Questa semplificazione, pur offrendo notevoli vantaggi, richiede una forte responsabilizzazione degli operatori e un know-how doganale di alto profilo all’interno delle imprese, con possibili impatti anche sul ruolo dei rappresentanti doganali.
Intelligenza artificiale nei controlli: dogane più veloci ed efficaci. Per la prima volta, il progetto del nuovo Codice doganale UE menziona esplicitamente l’impiego dell’IA nelle procedure di controllo. Grazie a sistemi automatizzati e algoritmi di machine learning, le Dogane potranno analizzare le banche dati in tempo reale, individuando in modo più efficace le spedizioni sospette o irregolari.
Si tratta di un passo importante per rafforzare la lotta alle frodi e fornire una risposta tempestiva alle minacce, in un contesto in cui i volumi di merce continuano a crescere e le rotte commerciali si moltiplicano.
Prossimi passaggi e tempi di approvazione. Il parere del Parlamento UE, comprensivo di 292 emendamenti, rappresenta una tappa decisiva, ma non conclusiva, dell’iter legislativo. Il testo dovrà passare al vaglio del Consiglio, che potrebbe apportare ulteriori modifiche.
Nell’ottica di rispondere prontamente alle sfide del commercio internazionale, la Commissione auspica di anticipare alcune parti della riforma al 2026, soprattutto per il settore e-commerce, in cui gli scambi sono in costante e forte crescita. Gli operatori interessati, pertanto, dovranno prestare attenzione ai futuri sviluppi, adeguando fin d’ora processi interni e competenze.
Novità in arrivo | Cosa cambia? |
Un’unica Autorità doganale europea | Coordinamento centralizzato delle dogane e superamento della frammentazione tra i 27 Stati membri |
EU Customs Data Hub | Piattaforma digitale unica per inserire i dati sulle merci, riducendo i sistemi nazionali da 111 a uno solo. |
Misure e-commerce | Abolizione della franchigia di 150 euro, controlli più mirati e maggiori responsabilità in capo alle piattaforme di e-commerce |
Riduzione dei tempi di decisione | Il termine di risposta per l’Autorità doganale scende da 120 a 90 giorni |
Trust & Check Trader | Nuovo status di operatore economico autorizzato con controlli e pagamenti periodici. |
IA nei controlli doganali | Analisi automatizzata dei dati e identificazione preventiva delle spedizioni a rischio. |
Tempistiche di implementazione | Anticipo delle nuove regole entro il 2029 per il Data Hub, con alcune misure in vigore già dal 2026. |