Dogane, rilancio delle zone franche

Dogane, rilancio delle zone franche

di Sara Armella e Tatiana Salvi

Rilancio delle zone franche doganali, con un ruolo centrale per gli operatori certificati AEO quando il gestore è un soggetto privato. La circolare 10/12/2024 n. 26/D ridisegna la disciplina delle zone franche doganali alla luce delle nuove Disposizioni nazionali complementari al Codice doganale dell’Unione, che impongono all’Agenzia delle dogane e dei monopoli una preventiva perimetrazione di queste aree.

La riforma doganale punta a far tornare al centro le zone franche doganali, che negli ultimi anni hanno ottenuto maggiore diffusione grazie alle norme che prevedono la possibilità di istituire queste aree all’interno della zona economica speciale (ZES) unica per il Mezzogiorno e delle zone logistiche semplificate (ZLS).

Attraverso un procedimento amministrativo semplificato in due fasi – perimetrazione e attivazione – la circolare punta a rendere le zone franche doganali (ZFD) uno strumento strategico per lo sviluppo economico delle aree meno sviluppate del nostro Paese. Una novità riguarda i requisiti richiesti ai gestori privati delle zone franche istituite nell’ambito della ZES: la circolare introduce infatti l’obbligo di possedere la certificazione di operatore economico autorizzato (AEO) o di soddisfare criteri equivalenti previsti dal Codice doganale dell’Unione (Cdu).

Le ZFD sono aree strategiche in cui le merci non unionali possono essere stoccate in sospensione dai diritti doganali e senza l’applicazione di misure commerciali, offrendo alle imprese una gestione più flessibile. La ZFD, tuttavia, non è solo uno strumento tecnico: rispetto al deposito doganale (che svolge la medesima funzione ma all’interno di un’area più ristretta), la ZFD assume un ruolo strategico, spesso integrata in ZES o ZLS. In questo contesto, le ZFD diventano veri motori di investimento, favorendo la creazione di hub internazionali per il commercio e lo sviluppo industriale.

I chiarimenti forniti dalle Dogane rappresentano un passo importante per sfruttare al meglio il potenziale delle ZFD come strumento strategico per il rilancio economico, specialmente nelle aree meno sviluppate del Paese. Dal 1° gennaio 2024, il Legislatore ha introdotto la ZES unica per il Mezzogiorno, unificando la gestione di queste aree in un quadro strategico nazionale, nell’ottica di assicurare maggiore coerenza tra i piani di sviluppo locali. Le ZLS, invece, sono dedicate all’ottimizzazione delle attività logistiche. La possibilità di integrare le ZFD in queste aree le rende poli ancor più attraenti per investitori e operatori.

La circolare disciplina il procedimento per l’istituzione e l’attivazione delle zone franche doganali, introducendo un approccio strutturato in due fasi. La prima fase riguarda la perimetrazione, durante la quale l’autorità competente (una regione o un’autorità portuale) presenta all’Agenzia delle dogane una proposta contenente una descrizione dettagliata dell’area, la documentazione sulla disponibilità giuridica del territorio, la planimetria con i varchi di accesso e uscita, oltre all’indicazione del gestore. L’Agenzia è tenuta a completare l’istruttoria e approvare la perimetrazione entro sessanta giorni, garantendo tempi certi per l’avvio del procedimento. La seconda fase, invece, riguarda l’attivazione della ZFD, che avviene solo dopo la realizzazione delle infrastrutture richieste e la verifica della loro conformità. L’Ufficio delle dogane competente effettua sopralluoghi per accertare che l’area sia recintata, dotata di sistemi di videosorveglianza e che siano rispettati tutti i requisiti di sicurezza e controllo.

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